Geom. Gaetano Barone -2

copio e pubblico in rete ciò che ha scritto in facebook il collega Gaetano Barone

Cari colleghi 2 … la vendetta,
volevo ringraziare quanti hanno apprezzato e condiviso il mio post di qualche giorno fa inerente l’evento CIPAG svoltosi a Roma il 30 gen 2018, per quei pochissimi invece che si sono mostrati perplessi ho deciso di ritornare sull’argomento con ulteriori approfondimenti e considerazioni.
Ripercorrendo i quesiti posti all’evento, faccio notare nello specifico quanto segue:
1) Contributi min. INARCASSA (S+I+M) anno 2017 = € 3.004 dilaz. ann. gratuita = € 3.004 Contributi min. CIPAG (S+I+M) anno 2017 = € 4.883 dilaz. ann. al 4% = € 5.078,32
Delta INARCASSA e CIPAG (dilazionate) anno 2017 = + € 2.074,32 = + 69,05% per i geometri

2) Preconsuntivo spese per gli organi della CIPAG per l’anno 2017 € 3.738.000 oneri compresi
Previsione spese per gli organi della CIPAG per l’anno 2018 € 4.395.000 oneri compresi,
Incremento previsto per gli organi della CIPAG per l’anno 2018 + 17,57 %
Ricordo che ai compensi del consiglio, vanno sommate le indennità specifiche per i ruoli ricoperti nelle società partecipate dalla CIPAG.

3) Nonostante il protrarsi sfavorevole della congiuntura economica, nel triennio 2014/2017 sono stati incrementati i contributi minimi CIPAG del 38,68%
Per favorire nuove iscrizioni viene gettata l’esca dei contributi minimi ridotti a discapito degli iscritti che già versano in difficoltà, con le nostre rappresentanze ci invitano a far fronte all’aumento della contribuzione con i risparmi accumulati negli anni d’oro o in alternativa con l’accensione di un mutuo, suggerimento apprezzabile visto che graverebbe sicuramente meno del 4% della dilazione annuale CIPAG e del ravvedimento operoso post annuale pari al 15% circa (sanzioni ed interessi).

4) Poco o nulla è stato fatto a sostegno della categoria nonostante il perdurare della crisi del settore già duramente provata dalla liberalizzazione delle tariffe (provvedimento doppiamente negativo perché vigliaccamente portato avanti a metà). Molte categorie lavorative hanno chiesto ed ottenuto delle agevolazioni, la nostra invece pur svolgendo un ruolo semi-istituzionale essendo noi spesso incaricati di pubblico servizio, siamo stati del tutto ignorati ed abbandonati a noi stessi. Mi chiedo provocatoriamente se con circa 100.000 iscritti si potevano avere dirette rappresentanze parlamentari senza prostrarci alla classe politica più degradata. Titolati e qualificati più di tanti altri improvvisatori e soprattutto in un paese dove il dissesto idrogeologico e la messa in sicurezza sismica degli edifici dovrebbero essere temi all’ordine del giorno e non solo a seguito di eventi calamitosi. Con una diretta rappresentanza parlamentare sarebbe stato più facile portare avanti l’annosa vicenda delle competenze professionali che ci fa operare da sempre in un clima di incertezza.

5) Torno a dire che Il piano cinquantennale di sostenibilità della CIPAG è fantascientifico, vessatorio e geometricida, in quanto non tiene conto dell’imminente crollo delle iscrizioni dovuta all’ammissione dei soli laureati, ovviamente i giovani che sceglieranno un percorso di laurea nel settore delle costruzioni si indirizzeranno con buona probabilità verso le facoltà più prestigiose di architettura ed ingegneria generando una riduzione delle entrate alla CIPAG che dovrà colmare con ulteriori richieste agli iscritti.
Considerato che la media dei redditi nazionali si colloca intorno ai 20.000 € /annui presto molti di noi dovranno chiudere bottega, specialmente al sud dove i redditi si attestano sui 10.000 €/annui. Con tali presupposti inizio a credere che il trend rialzista dei contributi minimi sia parte di un piano diabolico per decimare la categoria. Tempo fa incontrai un prestigioso veterano in pensione che parlando del più e del meno mi disse siete troppi, troppi, troppi … , probabilmente voleva lasciar sotto intendere qualcosa, chissà. Qualche mente geniale avrà pensato di far fronte al calo della mole di lavoro mediante la decimazione dei piccoli professionisti, d’altronde sono logiche di mercato e non ci sarebbe tanto meravigliarsi al giorno d’oggi. Il fatto è che seppur volessimo uscire o perché costretti ci sarebbe molto da perdere, in alcuni casi tutto il versato, oltre la difficoltà a ricollocarsi nel mercato del lavoro. La situazione tracciata già da tempo dalle precedenti amministrazioni e portata avanti dall’attuale ci rende ostaggio del sistema che ci spreme come limoni rendendoci inermi ed anestetizzati con quel poco fumo agli occhi che ancora ci riescono a dare. Al convegno si è parlato del rapporto 4/1, ovvero dai 4 e ricevi 1 , dovevate vedere con quale disinvoltura facevano scorrere le slide con tali orripilanti prospettive.

6) Trasparenza, visitando il sito web della CIPAG, al menù “Trasparenza” vi sono alcuni sottomenù ove compare il messaggio “La Cipag non è tenuta alla pubblicazione dei dati relativi a questa sezione secondo le norme vigenti”, in altri invece vi sono dati non del tutto aggiornati, gran parte del materiale è disponibile, anche se spesso in maniera troppo aggregata e poco comprensibile, ciò che non sono riuscito a trovare sono le delibere e le determine che avrei avuto piacere di leggere. Da quel poco che ho potuto capire dall’ultimo bilancio disponibile, la CIPAG è in buona salute, il palazzo di prestigio che la ospita, nel pieno centro di Roma, è davvero incantevole e ben mantenuto lo dico a tutti coloro che non hanno ancora avuto il piacere di visitare, il consiglio e tutto l’entourage se la passa alla grande ed ancor meglio se la passerà nel 2018 visto l’incremento dei compensi messo a bilancio preventivo pari al 17,57 % , con l’aggravante che tali esborsi costituiranno la base di calcolo per le pensioni d’oro che sempre noi andremmo a sostenere una volta che i nostri rappresentanti usciranno di scena, però ragazzi capiamoci bene è tutto legale con tanto di certificazioni e sigilli borbonici. Detto ciò indovinate voi chi sono gli unici polli a passarsela male ed avere pessime prospettive per il futuro e soprattutto per la vecchiaia? Siamo noi geometri comuni mortali che lavoriamo 12 ore al giorno, spesso sabato e domenica compresa, all’occorrenza anche la notte, ove in tutto ciò ci è stato relegato l’esclusivo compito di sudditi funzionali al castello, al re ed alle sue dame.
Qualche collega probabilmente ingenuamente mi ha detto, ma loro sono dei manager, i loro compensi sono equiparati quelli dei dirigenti della politica e delle pubblica amministrazione, il ché non è che gli faccia tanto onere visto il degrado politico in cui riversa il paese, rispondo con fermezza che se i risultati raggiunti sono questi che vi ho narrato e le prospettive per il futuro ancor peggiori, credo che tale situazione non debba esser più tollerata e mantenuta. Non vorrei ritrovarmi in vecchiaia dopo 50 anni di duro lavoro, a ravanare nei cassonetti della spazzatura visto che neanche si trovano più per via della raccolta differenziata porta a porta. Vi garantisco che non sto affatto scherzando, invitandovi a riflettere ed a prendere posizione.
Il rapporto 4/1 prospettato, versi 4 e prendi 1 se sei fortunato ad arrivare vivo al traguardo della pensione è davvero deprimente ed inaccettabile, i nostri contributi se investiti in attività produttive e non devoluti al mantenimento del palazzo darebbero sicuramente risultati di gran lunga superiori, solo in tal caso le rappresentanze potevano esser definite manageriali. Nell’attuale situazione la CIPAG va considerata una TAX a fondo perduto e non un sistema previdenziale efficiente a sostegno della categoria, se in alternativa ognuno di noi versasse sul famoso conto Arancio della ING avremmo sicuramente il capitale versato e rendimenti degni di rispetto.
Per coloro che sono ancora perplessi della necessità di cambiare le regole del gioco, vi ricordo cosa è la nostra professione:
• Diploma di geometra, 5 anni
• Dura gavetta ante iscrizione all’albo che va spesso tra 5 e 10 anni, ove in un paese civile sarebbe riconosciuta gratuitamente ai fini pensionistici, altro che riscatto oneroso!
• Locali, attrezzature e formazione a nostro carico;
• Si cerca lavoro in solitudine e fatica in un mercato depresso poco e male regolamentato, con sempre più stress per espletare le pratiche e difficoltà per farsi pagare;
• Se si tarda a pagare i contributi si viene perseguitati a vita con sanzioni e tassi da usura, dove neanche la rottamazione del buon Renzi ha potuto tanto contro la casta, se invece si versa oltre il dovuto bisogna fare una specifica richiesta per ottenere il rimborso attendere il benestare e sperare che non sia già prescritto, come successo a molti di noi nei tempi antecedenti al portale web;
• Non abbiamo ferie pagate;
• Non abbiamo malattia pagata, a meno che non si sia ricoverati in ospedale oltre i 60 giorni;
• Non abbiamo coperture assicurative infortuni, nonostante si operi in un settore a rischio elevato;
• Non abbiamo tredicesima;
• Non abbiamo TFR, mentre sarei curioso di vedere quelli previsti per i nostri dirigenti in pianta stabile che sghignazzavano tanto nel corso del mio intervento;
• A 70 anni con il catetere appeso ai pantaloni, dopo 50 anni di duro lavoro, avremo una pensione fa fame, con il rapporto 4/1 tra versato e percepito;
• PEC gratuita, evviva
Con tutto il rispetto per gli operatori ecologici, credo che se avessimo fatto anche noi tale scelta ci sentiremmo più protetti ricompensati e gratificati.
Pertanto invito tutti a prendere consapevolezza della realtà, perdete qualche ora per analizzare quanto riportato, scaricate i bilanci, i curriculum blasonati dei nostri cari rappresentanti manager come li ha definiti qualcuno che poco ci rappresentano, nonché tutta la documentazione messa a disposizione sul sito della CIPAG e sul web dove ho raccolto ulteriori e preziose informazioni, uniti possiamo cambiare le regole del gioco, da soli possiamo soltanto subire questa indegna situazione sino a quando ci travolgerà in pieno e singolarmente gettandoci nella disperazione.
Pertanto vi dico
GEOMOBILITIAMOCI
Iscrivetevi al più presto all’associazione Geomobilitati come ho fatto io qualche giorno fa, dove si sta portando avanti una audace battaglia per il cambiamento, chi vorrà ulteriori chiarimenti potrà tranquillamente contattarmi in privato, cercherò di dare a tutti il mio modesto contributo.
Per chiarezza e correttezza dell’informazione vi dico che sto facendo tutto ciò non per ambizione personale e neanche perché sono al canto del cigno, ho sempre dichiarato un reddito di tutto rispetto ed il mio DURC è regolare, proprio per questo mi sento tradito ed in diritto di contestare questa triste realtà, non dobbiamo più accettare passivamente la situazione vessatoria descritta peggiore di quella che ci impone lo stato con il sistema fiscale, sul quale poco possiamo fare.
La cassa è dei geometri onesti che lavorano e non dei privilegiati che la rappresentano.
Diffondete questo post su tutti i canali social.
Salutoni a tutti i geometri di buona volontà, a presto.
Gaetano

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