Il nostro parere non conta

Ieri ho partecipato all’ennesimo corso. Ci hanno illustrato le nuove sanzioni a seguito delle recenti normative, applicate sia all’edilizia pura che alla paesaggistica. Parlavano 2 relatori, dipendenti del comune di bologna. Una non la conosco o quasi, l’altro compare spesso in queste occasioni ed è senza dubbio, a detta mia e di tanti colleghi, un tecnico bravo, preparato, garbato, educato e “stabile” …e credetemi non è scontato nonostante si tratti di soggetti scelti per lavori “front office” (scusate l’inglese che non so). Ciò nonostante, visto il periodo di forte tensione che stiamo vivendo, alcune domande hanno scaldato la riunione. E’ impossibile, in queste situazioni, poter ipotizzare e discutere tutte le casistiche sottoposte alla normativa, perciò accade che ognuno provi a sottoporre il proprio caso personale, quello che ha sulla scrivania da tempo e fa fatica a risolvere. Non tutti gli argomenti o le casistiche sottoposte a dibattito erano esattamente pertinenti al tema dell’incontro, ma è pur vero che si sente in questi anni la mancanza di un confronto con il tecnico comunale generata dall’assenza di disponibilità di appuntamenti in rapporto al periodo di iper legiferazione. Quindi alcuni colleghi non si sono fatti sfuggire l’occasione per fare domande.

Ne voglio mettere in risalto una, esemplificativa, a mio avviso, dell’inutilità di tutto questo sistema. Occorrono 45 giorni per presentare una sanatoria a seguito di un accertamento e si può chiedere una sola proroga di altri 45 giorni. 90 giorni totale. (Spero di ricordarmi bene …comunque il concetto finale non varia molto). E’ stato fatto presente da una collega che è da parecchi mesi, o forse anni, che le ricerche di visione per asseverare i precedenti edilizi sono estremamente lunghe. Sono leggermente più veloci le richieste di copie inviate direttamente in copisteria, ma non è la stessa cosa e, per spiegarmi, aprirei una parentesi tecnica un po’ lunga, quindi mi blocco. Poi, trattandosi spesso di casi particolari, da inquadrare con le normative in continuo cambiamento, sarebbe meglio prendere un appuntamento con il tecnico del comune per discuterli a quattrocchi. Però, le “agende” degli appuntamenti con i tecnici del comune di bologna sono sempre chiuse, quando le trovi aperte ti danno appuntamento dopo mesi. Qualcuno ha detto di aver preso in questi giorni di maggio un appuntamento per settembre. La domanda che la collega ha posto è ovviamente la seguente: “come faccio a rispettare tale tempistica? È impossibile!”

Non vorrei sbagliare ma superato i 90 giorni l’ammenda cresce, oppure si rischia di entrare in procedure penali complicate.

Il tecnico del comune ha risposto che, a loro modo, qualcosa stanno facendo. Ha dichiarato che sono stati spesi denari per importi che nemmeno riesco a ricordare tanto sono elevati, per digitalizzare tutto l’archivio.

Bene, prendiamo atto.

Rimane il concetto di base che è terrificante. E’ anni che esiste questo problema, oggi si complica perché si diversificano (per me aumentano) le sanzioni. Durante uno dei pochi incontri, nei quali veniamo educati sotto il ricatto dei crediti formativi, qualcuno fa notare un problema, ma il problema non si può risolvere. Peggio, non esiste un meccanismo grazie al quale siano le osservazioni di noi “scolari” che vengano recepite per migliorare il sistema. Abbiamo le commissioni, abbiamo il Cup, li aiutiamo a presentare i progetti per il riconoscimento dei portici presso l’Unesco, però alla fine pare che il nostro parere non valga una mazza. Può anche essere condiviso da chi ci ascolta, ma non esiste il meccanismo grazie al quale siamo noi utenti finali ad intervenire per modificare le leggi che non funzionano. Qualcuno dirà che in realtà gli strumenti ci sono e fanno! Perdonatemi se non percepisco il risultato. Per me siamo lì per dimostrare, con la presenza, l’utilità dell’infinita istruzione obbligatoria e non per partecipare alla miglioria del sistema in quanto persone competenti.

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