Archivi categoria: Collegio dei Geometri e dei Geometri laureati della Povincia di Bologna

altra sentenza a favora della trasparenza – iscritto all’ordine contro fondazione Enpam

sentenza trasparenza contro Enpam

pubblicato il 16/03/2022

N. 03009/2022 REG.PROV.COLL.
N. 08166/2021 REG.RIC.

Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio
(Sezione Terza Quater)

ricorso proposto da Franco Picchi,
contro
Fondazione Enpam – Ente Nazionale di Previdenza e di Assistenza dei Medici e degli Odontoiatri

…da notare che nel testo viene riportata questa frase formulata dalla Commissione per l’accesso ai documenti amministrativi.:

La stessa, in data 28 giugno 2021, ha comunicato l’inammissibilità del ricorso, poiché l’istanza “per come formulata e per la mole della documentazione richiesta
appare volta ad effettuare un controllo generalizzato sull’operato dell’ente”.

…vi è scritto in qualche norma che non è compito dell’iscritto (obbligato) eseguire un controllo generalizzato sulla propria fondazione. però la domanda che ci dobbiamo fare è : ma gli enti controllano? soprattutto: come fa un onesto cittadino a denunciare malefatte se non gli si da la possibilità di acquisire dei dati (le prove)? …viviamo in questo mondo …e a voi va bene. che tristezza.

altre frasi da leggere: La resistente, con la memoria in atti del 29 dicembre 2021, ha precisato e ribadito che il diniego all’istanza di accesso avanzata dall’iscritto è stata adottata in quanto la stessa ha costituito un tentativo di svolgere un controllo indistinto e generalizzato dell’operato della Fondazione, nonché per il fatto che la documentazione e le informazioni richieste sono coperte da stringenti clausole di riservatezza sottoscritte
dalle controparti interessate e tra le controparti stesse.

 

un articolo su FICO – parco espositivo alimentare – sul quale anche i geometri centrano

allego di seguito un articolo, che rimbalzava in rete, non tanto per entrare in una penosa disputa evidentemente politica la quale, benchè giustificata dalla pandemia, si sapeva sarebbe comunque stata un fallimento, ma per evidenziare i meccanismi di copertura finanziara publica che vengono descritti.

anche i collegi e la cassa dei geometri sono enti pubblici, benchè privatistici, e anche il mondo dei geometri ha partecipato ad investimenti quantomeno nell’urbanizzazione di Fico.così …per dire. e se si vuole …anche per sospettare.

di seguito l’articolo, fonte “quotidiano on-line Rimini 2.0”

I fratelli Raschi lasciano Fico, il Comune di Rimini insiste (coi nostri soldi)

“Purtroppo Fico ha visto interrompersi il suo sviluppo a causa della pandemia e in un momento come questo non ci è sembrato opportuno rinnovare il contratto in scadenza proprio nel periodo di cessata attività”. Lineare il ragionamento del gruppo Guido Srl che fa capo ai fratelli Gianpaolo e Gianluca Raschi. In base a questa semplice presa d’atto della realtà ha deciso di mettere la parola fine al “Mare di Guido” all’interno di Fico Eataly World e puntare sui propri locali riminesi.
Il Comune di Rimini, invece, continua ad investire in Fico i soldi dei riminesi. La news è quella che abbiamo pubblicato a gennaio: nonostante la pandemia, che ha avuto ripercussioni pesanti anche su Fico, l’amministrazione comunale ha rinnovato l’accordo anche il 3 marzo scorso, sganciando altri 24milae 500 euro, portando il totale della spesa, dagli inizi ad oggi, a favore del parco agroalimentare di Farinetti, a quasi 75mila euro.
La notizia è diventata una interrogazione in consiglio comunale, presentata dal consigliere di Fratelli d’Italia Carlo Rufo Spina, che ha avuto l’onore di ricevere una risposta di pugno dal sindaco Gnassi. Cinque pagine nelle quali divaga non poco, saltando dal Contry Index alla Food Valley passando per Al Meni e il turismo di prossimità.

Dall’inizio. «Come noto Fico Eataly World, ideato dall’imprenditore progressista, amico di ogni genere di sinistra, Oscar Farinetti, è in costante perdita di diversi milioni annui», ha argomentato Rufo Spina. «Lo stesso Farinetti, costantemente interpellato in merito alle deludenti performance della sua creatura, non manca mai occasione di sottolineare che “è un’attività, quella di Fico, che non prevederà mai guadagni, non chiediamo e non abbiamo finanziamenti pubblici”. Non comprendo però bene cosa intenda il Sig. Farinetti per “finanziamenti pubblici”. Evidentemente intende limitarsi ai finanziamenti inseriti a bilancio dello stato quali rinvenibili nella cosiddetta legge di bilancio approvata dalle camere a fine dicembre. Perché, diversamente, i soldi pubblici Fico li prende eccome, dato che gli enti pubblici, meglio se “amici”, i soldi pubblici dei contribuenti li stanno spendendo e nemmeno pochi». E ha aggiunto: «Tra questi comuni non poteva mancare quello di Rimini. Evidentemente Gnassi ha visto in Fico la gallina dalle uova d’oro per “intercettare nuovi flussi turistici”. «E’ così che a seguito dell’adesione all’accordo di collaborazione di cui alla delibera di giunta comunale n. 87/2017 è stato chiesto all’amministrazione comunale di essere presente all’interno del parco, con un desk promozionale dove promuovere tutte le opportunità turistiche culturali e storiche che offre il nostro territorio. L’accordo è stato rinnovato di anno in anno, nonostante i bilanci di Fico e l’arrivo della pandemia».
L’ultima determina dirigenziale copre anche tutto il 2020, nonostante il Covid abbia azzerato ogni attività commerciale. «Sospeso tutto tranne il soccorso rosso a Fico», sottolinea Spina. «Ci si chiede se davvero uno stand di 12 mq al costo di 25 mila euro l’anno rappresenta la chance imperdibile per la promozione turistica di Rimini. Soprattutto in un momento storico come l’attuale in cui le casse comunali sono desolatamente al verde». Il consigliere comunale concludeva la sua interrogazione chiedendo di «interrompere immediatamente, non rinnovare e al limite recedere subito da ogni forma di sponsorizzazione onerosa a carico del comune di Rimini in Fico».

Ma il sindaco Gnassi non la pensa allo stesso modo e non ragiona come il privato che gestisce i propri denari ed è costretto a fare delle scelte dettate da oculatezza.
«Lo studio più importante a livello internazionale (Futurbrand) che misura la forza di un brand Paese ci ha confermato pochi mesi fa (Contry Index 2020) che l’Italia ha un punto di forza unico al mondo che la colloca al primo posto tra le mete turistiche più ambite e desiderate a livello internazionale», attacca il primo cittadino nella risposta alla interrogazione di Spina. E poi via con il «grande tesoro» delle nostre eccellenze enograstonomiche, non sfruttato però. E allora ci hanno pensato Apt Servizi, le Destinazioni turistiche e il Comune di Rimini a «sviluppare progetti nel solco della Food Valley lungo la via Emilia, per intercettare nuove motivazioni di vacanza e la voglia del turista di coniugare l’identità del territorio con la conoscenza dei produttori e la magia di un piatto ineguagliabile». Tutti concetti che sulla carta potrebbero anche non fare una piega, se non fosse che la pandemia il turista l’ha reso ormai una specie in via d’estinzione e la ristorazione è stata soppressa dai ripetuti lockdown.
Segue la valorizzazione della Fabbrica contadina di Farinetti, «una scommessa di forte attrattività per il turismo» e quindi il sindaco comincia ad avvicinarsi al tema: «Per il territorio riminese che sta investendo da tempo impegno e risorse sulla filiera del food, anche come leva di attrattività turistica, essere presente a Fico, come nell’aeroporto Fellini e Marconi e negli asset principali per lo sviluppo dell’offerta di ospitalità, rappresenta un ulteriore passo nella più ampia strategia volta a rafforzare la presenza di Rimini e della sua Riviera negli hub di arrivo e partenza di viaggiatori, come aeroporti, stazioni, piattaforme logistiche, nonché una importante vetrina per la nostra piattaforma di soggiorno, con l’obiettivo di cavalcare il fascino dei nostri diversi territori attraverso prodotti unici, chef famosi nel mondo, attrattive ed eventi come Al Meni».
La questione, anche in questo caso, è però un’altra: se c’è qualcosa da cavalcare va benissimo partire al galoppo, ma se l’hub sul quale si decide di puntare si dimostra, al di là delle migliori intenzioni, un po’ debole, allora è meglio prenderne atto a indirizzare altrove l’attenzione e le risorse pubbliche. Perché di questo si parla, di denari dei cittadini, che bisognerebbe investire dove conviene davvero.

Il sindaco ribadisce che nei primi due anni di apertura Fico ha attratto visitatori. Ma poi? A parte che dopo il primo anno i problemi hanno già cominciato a manifestarsi, se si leggono le relazioni sulla gestione ai bilanci la verità emerge in tutta la sua chiarezza: «I visitatori “italiani fuori Bologna” e stranieri sono aumentati ma non abbastanza per sopperire alla perdita di presenze dei bolognesi, calati dopo il primo periodo di novità. L’analisi dei dati relativi ai visitatori ha mostrato un basso indice di fedeltà, seppur influenzato dai visitatori stranieri, per i quali solo il 7% è venuto a Fico più di una volta. La maggior parte dei clienti persi sono bolognesi, che calano del 32%».
Fico è stato sostenuto a spada tratta dal sindaco di Bologna Virginio Merola e dal presidente della Regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini, quindi dal sistema politico oltre che da quello della cooperazione emiliana. A cascata i territori a guida Pd hanno fatto la loro parte per portare un po’ di acqua al mulino di Farinetti.
Nel 2017, spiega Gnassi, Fico è stato generoso col Comune di Rimini, mettendo gratuitamente a disposizione i famosi 12 mq. Ma il parco è stato inaugurato il 15 novembre 2017, quindi si è trattato di un omaggio davvero piccolo. Poi dal 2018 il Comune ha pagato (Iva inclusa) poco meno di 25mila euro. «La tariffa richiesta al Comune di Rimini per le tre annualità a pagamento risulta inferiore a quella normalmente praticata all’interno del parco e comprende tutta una serie di servizi (energia elettrica, sorveglianza e assistenza video)», prosegue Gnassi. Che non fornisce dati concreti e dettagliati per valutare l’effettiva efficacia dei tre anni trascorsi a Fico.
Però, conclude, «a causa della chiusura del parco agroalimentare dovuta all’emergenza sanitaria da Covid 19, la società Eataly World srl ha concesso l’utilizzo gratuito dello spazio per tutto l’anno 2021 e sino al 9 gennaio 2022». Magra consolazione, visto come sta andando anche questo inizio di 2021 e come, prevedibilmente, trascorreranno i prossimi mesi, fra zone gialle e arancioni, speriamo anche non rosse.

 

sentenza cassazione 17118 del 2019

corte suprema di cassazione sentenza civile sezioni unite n. 17118 del 2019 pubblicazione 26/06/2019

sentenza cassazione 17118/2019

così scrive Rosalisa Lancia, su Bollettino di Lagislazione Tecnica, per spiegare la sentenza riportata sopra:

In coerenza con indirizzi già espressi, la Suprema Corte ha stabilitoche le risorse economiche gestite dall’Ordine professionale a prescindere dalla loro provenienza, per il solo fatto di entrare nel patrimonio pubblico vanno considerate risorse pubbliche, da ciò conseguendo che il danno subito dall’ente in relazione a tali risorse e per fatto imputabile ai propri Consiglieri costituisce un danno patrimoniale all’ente stesso, suscettibile pertanto di configurare un danno erariale, il cui accertamento è di competenza della Corte dei Conti.

e spiaga molto altro nel seguente articolo:

http://www.legislazionetecnica.it/content/ordini-e-collegi-professionali-danno-erariale-cagionato-da-presidente-e-consiglieri?sfs=xwa

http://www.legislazionetecnica.it/system/files/prd_allegati/_/19-8/5761754/AROCPROF.pdf

 

 

 

verbali assemblee ordinarie bilanci collegio geometri bologna

Verbale 201113

VERBALE ASSEMBLEA ORDINARIA 16042014

VERBALE ASSEMBLEA ORDINARIA 22 12 2014

VERBALE ASSEMBLEA ORDINARIA 23042015

VERBALE ASSEMBLEA ORDINARIA 26112015

verbale ASSEMBLEA ORDINARIA 29_04_2016

verbale assemblea ordinaria 25 11 2016

verbale assemblea ordinaria 26042017

verbale assemblea ordinaria 301117 collegio geometri bologna

verbale assemblea ordinaria 270418 collegio geometri bologna

VERBALE ASSEMBLEA ORDINARIA 16 11 2018

ASSEMBLEA ORDINARIA DEL GIORNO 11APRILE 2019

 

Antitrust risponde ad APE in merito all’obbligatorietà dell’RTI nelle compravendite

a seguito di segnalazioni ricevute (tre le altre quella di APE) in merito all’RTI (relazione tecnica integrata) o relazione di rispondenza edilizia e conformità catastale, l’Antitrust AGCM scrive al Consiglio Notarile di Bologna e p.c. agli ordini e collegi, tra gli altri quelli che hanno siglato l’accordo per l’istituzione dell’RTI. qui la lettera inviata (risposta Garante).

…tale iniziativa potrebbe porsi in contrasto con la normativa a tutela della concorrenza laddove codesto Consiglio Notarile non si limiti a consigliarne l’utilizzo, ma ne richieda obbligatoriamente l’adozione da parte dei notai con modalità attuative uniformi, in quanto in tal modo verrebbe limitata l’autonomia dei singoli professionisti nel definire il livello qualitativo della propria prestazione. Si evidenzia, inoltre, che al fine di non incorrere in possibili violazioni della normativa antitrust è necessario che venga lasciata alla libera determinazione delle parti la definizione di tutti gli aspetti economici sottesi alla formazione della Relazione in oggetto.L’Autorità, pertanto, auspica che le osservazioni sopra esposte vengano tenute in considerazione nell’attuazione dell’iniziativa in oggetto, anche attraverso una adeguata informazione a tutti gli iscritti e inviata a comunicare le determinazioni assunte con riguardo a quanto evidenziato nelle suesposte osservazioni.

 

il consiglio di disciplina ci ha messo un anno per non rispondermi

nella lettera inviata a tutti gli iscritti per la mia candidatura ponevo una riflessione in merito all’operato del collegio in rapporto all’art. 7 del nostro regolamento del 1944. potrebbe sembrare che, secondo tale articolo, molte delle operazioni che svolge il collegio, che più o meno direttamente finanziamo anche noi con la retta annuale, dovrebbero essere illegali (nel senso che il collegio non potrebbe chiedere compensi per tali operazioni). a tutt’oggi, io non saprei cosa pensare.

essendo contrario a molte delle “partecipazioni” dal collegio, soprattutto per la netta, se non totale, mancanza di trasparenza di rendicontazione del denaro e dei contenuti, e volendo in qualche maniera trattare l’argomento con i molti iscritti poco partecipativi, informandoli, con la mia lettera, del contrasto con l’art.7, ho cercato di premunirmi dal punto di vista deontologico forzando un parere preventivo al consiglio di disciplina del mio collegio, ma non ci sono riuscito.

era il 02/11/2017 quando ho inviato una pec all’indirizzo consigliodisciplina.bologna@geopec.it  della quale non posso pubblicarne l’intero testo integrale perché ricco di nomi, di richiami e di ipotesi che potrebbero offendere qualcuno e insinuerebbero concetti che non avrei voglia di dimostrare. riporto in fondo il testo le cui parti mancanti non fanno venire meno alla comprensione dello stesso.

il 16/11/2018 non avendo ancora avuto nemmeno una risposta, tipo “crepa”, e trovandomi alla riunione di bilancio con 4 componenti del consiglio di disciplina, non ho potuto fare a meno di chiedere spiegazioni di tale ritardo. insomma ….uno dei consiglieri prende a cuore la mia richiesta …mi dice di non sapere …di non aver mai sentito del mio caso …mi chiede di inviargli copia del quesito ….e ne parla nella seduta successiva. smuove le acque.

il 10/12/2018, un anno dopo, mi arriva la seguente risposta in PEC:

Gent.mo Geom. Savini,
in riferimento a Sua PEC del 2 novembre 2017, siamo con La presente a ComunicarLe che questo 
Consiglio di Disciplina non esprime pareri ma esamina esposti circostanziati nei confronti degli iscritti.
Cogliamo il motivo per scusarci del ritardo nella risposta causata dai disguidi dovuti ai noti avvicendamenti del …….
omissis (ho omesso io perché è un riferimento ad una persona)
Distinti saluti, Il Consiglio di Disciplina 

…a prescindere dal fatto che si era detto che, appartenendo alla stessa “famiglia” e non volendo generare disparità o tenere le distanze, ci si dava tutti del TU …..

mi permetto di obiettare ….nel testo della e-mail vi erano abbondanti richiami e frasi esplicite che circostanziavano il contenuto della mia richiesta ….semmai …vorreste avere i documenti anche voi….che è proprio la mancanza che lamento anch’io. un contenuto così particolare, così forte e così significativo, non solo meritava una risposta, ma doveva essere esame di riflessione approfondita …..in primis proprio da voi della disciplina.

bei tempi quando si “tirava su” il telefono e si diceva: vediamoci, che ne parliamo!!! …c’era più umanità.

questa la pec che, non essendo un esposto circostanziato, non è degna di una risposta:

 

Egr.gi Presidente e Consiglieri del Consiglio di Disciplina del Collegio dei Geometri di Bologna,

mi chiamo Andrea Savini e sono uno dei circa 1.400 iscritti del Collegio di Bologna (n°3118). Ho necessità di interpellarvi per chiedere un parere preventivo che provo a dettagliare di seguito al meglio delle mie possibilità.

Mi occupo da tempo di comprendere i meccanismi e le funzioni della Fondazione Geometri E.R., a mio avviso non troppo chiari, poco divulgati, poco discussi e mai approvati direttamente dall’iscritto. Ho posto qualche quesito ai presidenti (Collegio e Fondazione) in più occasioni, ho richiesto accesso agli atti che mi sono stati in parte impediti, ho recuperato documenti da altri uffici, ho verbalizzato il mio parere e alcune richieste in occasione della riunione di bilancio del 25/11/2016 sul quale, in replica, è stato detto che si sarebbe proceduto con la pubblicazione sul sito (suppongo delle Fondazione) del bilancio. Mi sarebbe piaciuto che la pubblicazione avvenisse prima della fine del debito che pesa da tanti anni sulla Fondazione stessa, perché possa rimanere traccia delle caratteristiche dello stesso. La Fondazione, o il solo Collegio di Bologna-non è chiaro, è infatti ancora indebitata per l’acquisto della ex Soger di tanti anni fa. Più volte mi sono chiesto quanto sia giusto che un Collegio abbia debiti così sostenuti, se sia giusto che i debiti di un Consiglio pesino sui Consigli successivi, anche se di fatto molti componenti sono stati rieletti.

Ad oggi non vi è traccia, sui siti, dei bilanci della Fondazione, nonostante mi pare che le disposizioni Anac e lo stesso regolamento di trasparenza del Collegio ne impongano la pubblicazione. 

La Fondazione dalla sua creazione, come primo impegno finanziario, si è occupata della “rete geodetica”. Io non mi occupo di topografia o quantomeno non direttamente. Nonostante ciò e per volere di scelte di Consiglio, è pesato anche su di me l’enorme impegno di sorreggere la Fondazione. Per usufruire dei servizi che offre la “rete” il geometra iscritto deve pagarli, è infatti gratuito un solo tipo di accesso che di fatto non permette di lavorare in campagna. Viene però concesso l’accesso gratuito a diversi enti pubblici attraverso ad una serie ampia di licenze date per rappresentanza. Non mi è stato possibile sapere se tali accessi sono regolamentati da accordi di non utilizzo lavorativo e/o remunerativo, né sono a conoscenza di dove possano essere depositati tali accordi. Inoltre, vengono forniti ad enti pubblici, o di natura più complessa, una serie di dati utili a studi e monitoraggi. ……………..      …….Stringendo il concetto, io la pago, ne pago l’utilizzo, altri la usano gratis. E’ ambiguo il concetto di rappresentanza che si utilizza nel donare tali benefici. Io comunque non ho avuto reali benefici, almeno dalla rete, né avevo scelto di essere indebitato per lavoro, ma mi ci sono trovato obbligatoriamente per scelte altri.

Chiesi un giorno al P. del C.. ….. se, nel caso smettessi di pagare la quota spettante alla Fondazione (5,36 € per iscrizione e 7,00 € mutuo rete), mi avrebbe “cancellato dall’Albo”. Mi rispose che non lo avrebbe fatto lui, ma il Consiglio di Disciplina.

Rammento l’art.7, del nostro regolamento, D.Lgs.Lgt. 23 novembre 1944, n. 382: “Il Consiglio provvede all’amministrazione dei beni spettanti all’ordine o collegio e propone all’approvazione dell’assemblea il conto consuntivo ed il bilancio preventivo. Il Consiglio può, entro i limiti strettamente necessari a coprire le spese dell’ordine o collegio, stabilire una tassa annuale, una tassa per l’iscrizione nel registro dei praticanti e per l’iscrizione nell’albo, nonché una tassa per il rilascio di certificati e dei pareri per la liquidazione degli onorari. Ferma rimanendo l’efficacia delle norme che impongono contributi a favore di enti previdenziali di categoria, nessun pagamento, oltre quelli previsti da questo decreto, può essere imposto o riscosso per l’esercizio della professione a carico degli iscritti nell’albo.”

Anche se comprendo che vi siano altre leggi che regolano il nostro settore, rammento che tale norma è ancora vigente e lo è soprattutto il principio in essa contenuta. Non gradisco l’iscrizione alla Fondazione imposta all’interno della quota associativa che mi trovo obbligato a pagare pena l’impossibilità di lavorare. Per me dovrebbe essere facoltativa in quanto servizio, oppure proporzionata al reddito, come nella logica dei servizi che ti offre lo stato.

Non da meno, mi è anche poco gradita l’eventualità di potermi trovare coinvolto in possibili, ma non auspicabili, vicende non gradevoli che potrebbero manifestarsi a causa …  ..…..utilizzo dei benefici elargiti agli enti, …………………………….e alla continua forzata presenza della discussa banca ……………

Per una questione di principio, di correttezza, di poco utilizzo e di deresponsabilizzazione, CHIEDO a questo illustre consiglio il seguente parere preventivo:

– nel caso detraessi, dalla prossima retta annuale di iscrizione al Collegio, i 5,00 € di iscrizione alla Fondazione e/o i 7,00 € di mutuo “rete”, sarei passibile di qualche provvedimento disciplinare? E quale?

Grazie

Ossequio

Geom. Andrea Savini